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A cura della Dott.ssa Donatella D’Andrea – Organo di vigilanza ASL Roma 4 – Consulente esterno dello Studio Legale Altomare & Associati

In questi giorni si comincia a parlare sempre di più della cosiddetta Fase 2, quella che dovrebbe prevedere la riapertura delle attività produttive. Ed in questa situazione sono diversi gli interrogativi che molti Datori di Lavoro si pongono:

È necessario aggiornare il documento di valutazione dei rischi?

L’eccezionalità del momento, potrebbe indurre a confondere le garanzie previste a tutela della Sicurezza e Salute nei luoghi di Lavoro. Importante è ripercorrere gli adempimenti previsti da D.Lgs 81/2008, così come appaiono importanti anche le indicazioni contenute nel Protocollo anti-contagio condiviso dalle parti sociali il 14 marzo 2020.

In questa situazione è bene riepilogare alcune indicazioni, norme, obblighi e misure di precauzione per affrontare la situazione:

  • Come affrontare in Sicurezza la Ripartenza della Fase 2?
  • Chi ha il compito di diffondere le informazioni?
  • Sono disponibili idonee procedure di sicurezza per le aziende?

Relativamente ai luoghi di lavoro, la responsabilità è sempre in carico al Datore di Lavoro che ha l’onere di diffondere le informazioni e mettere in atto quanto previsto per la gestione del pericolo derivante da un’eventuale esposizione all’agente biologico. Il Datore di Lavoro, infatti, è responsabile in prima persona della salute e della sicurezza dei lavoratori!
Il principio base è il contenimento del contagio, che viene ottenuto con strategie di prevenzione, informazione, monitoraggio.

Il fondamento è il concetto che “ognuno protegge tutti’”.

È fondamentale “stabilire un quadro di riferimento procedurale, organizzativo e tecnologico” volto a minimizzare le probabilità di trasmissione del contagio tra persone che non presentano sintomi, così da consentire un rientro controllato, ma pronto sui luoghi di lavoro. E questo nella convinzione che “la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia tanto imprescindibile quanto una rapida riapertura delle attività economiche del Paese quale elemento chiave per la loro competitività se non addirittura per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese”.

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