bacio Hayez

A cura della Dott.ssa Emanuela Coscarella

In un tempo come questo, di distanziamento sociale, la sfera affettiva e relazionale è, senza dubbio, messa a dura prova.
Amici, familiari e fidanzati non conviventi sono costretti a mantenere la giusta “distanza di sicurezza”: se prima le relazioni sociali e il contatto fisico erano una vera e propria benedizione, ora, con l’emergenza sanitaria da Covid-19, stare lontani sembra l’unica salvezza.

È per questo che uno dei punti salienti, nell’ultima conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, è apparso proprio quello riguardante gli spostamenti per incontrare i congiunti.
Il conseguente DPCM, firmato il 26 aprile ma con entrata in vigore il prossimo 4 maggio, all’art. 1 comma 1 lett. A), ha stabilito che “Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”.

Ma una domanda attanaglia tutti: CHI SONO I CONGIUNTI?

Innanzitutto bisogna precisare che la parola congiunti è presente nel codice penale, all’art. 307, che identifica i prossimi congiunti negli “ascendenti, i discendenti, il coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti”.

In realtà, per come ammesso dallo stesso premier Conte, “congiunti” è una formula ampia e generica, che è stata chiarita proprio alcuni minuti fa nella sezione FAQ del sito istituzionale del governo. Possiamo finalmente affermare che per congiunti si intendono “i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado e gli affini fino al quarto grado”.

Tale orientamento è del resto suffragato da una sentenza della Corte di Cassazione, la n. 46351 del 2014, secondo cui il riferimento ai prossimi congiunti deve ricomprendere “un saldo e duraturo legame affettivo, a prescindere dall’esistenza di rapporti di parentela o affinità giuridicamente rilevanti come tali”.

In ogni caso è ovviamente raccomandato di:

  • Limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi;
  • Non creare assembramenti;
  • Mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro;
  • Usare le mascherine.

C’è da dire, però, per concludere, che, nonostante il tanto atteso chiarimento sul termine “congiunti”, qualche perplessità su cosa debba intendersi per “persone che sono legate da uno stabile legame affettivo” permane.

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