europa covid

A cura Dott.ssa Virginia Tenuta

La crisi economica, ormai lo sappiamo, ci attende dietro l’angolo, ma non possiamo superarla da soli e in effetti non dovremmo farlo. L’Unione Europea (l’organizzazione internazionale della quale siamo tra i membri fondatori) dovrebbe essere ispirata dal principio di solidarietà e perciò operare come entità economicamente unitaria garantendo supporto a tutte le sue parti, proporzionalmente alle loro esigenze individuali.

Ebbene, quale piano sta delineando l’UE per sanare la futura crisi?

Posto che nulla è ancora sicuro perché le divergenze tra Paesi del Nord e del Sud Europa potrebbero ancora stravolgere quanto finora progettato, la prima vera strategia emerge dalle conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo, tenutosi il 23 aprile. I leader politici degli Stati hanno concordato l’adozione di tre “reti di sicurezza”, del valore complessivo di 540 miliardi, che si auspica possano essere operative già dal 1 giugno, e forniscano sostegno a:

  • Lavoratori e occupazione (istituzione del fondo SURE incaricato di fornire agli Stati prestiti per coprire parte dei costi connessi alla creazione o all’estensione di regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo (come la nostra Cassa Integrazione);
  • Imprese (il gruppo BEI dovrà creare un apposito fondo di garanzia che conceda prestiti alle imprese, con particolare attenzione alle PMI);
  • Stati membri (il tanto discusso MES dovrà sostenere gli Stati tramite prestiti pari al 2% del loro PIL ma destinati solo a coprire spese sanitarie e di prevenzione).

Giacché sia il SURE sia il MES operano concedendo prestiti, inevitabilmente faranno lievitare il debito pubblico degli Stati. Per questo motivo si cercheranno di rilanciare l’economia e il lavoro, senza mettere a rischio la sostenibilità del debito, ricorrendo al Recovery Fund, il cui scopo è quello di aumentare temporaneamente la capacità di fuoco del bilancio UE e fornire sostegno agli Stati membri il cui PIL si sia maggiormente contratto, senza appunto incrementarne il debito pubblico. Il Fondo per la ripresa dovrebbe quindi essere la rete di salvataggio destinata a correggere le storture prodotte dagli altri strumenti, ma su di lui poco e nulla sappiamo ancora per certo, spetta alla Commissione presentare entro il 6 maggio una proposta che definisca i suoi metodi di finanziamento e di erogazione.

Come questa articolata strategia troverà concretamente attuazione è ancora da decidere e da capire, vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi, augurandoci di avere risposte il prima possibile.

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