L’intelligenza artificiale sta cambiando ogni aspetto delle nostre vite. L’arrivo e la diffusione dei computer quantistici, che non eseguono solo meri calcoli matematici ma sono nati per risolvere problemi “concettuali” complessi, in breve tempo modellerà e cambierà le nostre esistenze.

Innovazione dopo innovazione, l’intelligenza artificiale sta portando nel futuro anche il mondo dei professionisti del diritto. Dal primo avvocato virtuale ai sistemi predittivi, anche l’ambito legale sembra pronto ad abbracciare le sfide lanciate dalla tecnologia.

Negli Stati Uniti ha già debuttato il primo assistente legale di intelligenza artificiale, una IA già addestrata sulla base di dati relativi a precedenti casi giudiziari, che in una vertenza per una multa stradale si è dimostrata in grado di ascoltare ed elaborare le argomentazioni dei giudici in aula e di indicare alla parte, tramite un auricolare, che cosa dire al Giudice. Il fenomeno sta assumendo una tale rilevanza da essere stato oggetto di prime frammentarie regolamentazioni ad opera dei singoli stati per evitare, tra gli altri, il fenomeno delle citazioni di falsi precedenti giurisprudenziali.

Tra le molte novità che cambieranno o potrebbero cambiare il settore quella più interessante è probabilmente la giustizia predittiva: uno strumento, in corso di sviluppo, che consentirebbe, tramite l’uso dell’intelligenza artificiale, di calcolare la probabilità dell’esito di una controversia giuridica, dunque di prevederne il risultato. Il vantaggio sarebbe quello di velocizzare determinate attività attraverso sistemi avanzati capaci di svolgere operazioni in maniera estremamente precisa e in tempi indubbiamente inferiori a quelli canonici.

La IA riuscirà a valutare le statistiche senza esserne irrimediabilmente influenzata?

Se le venisse chiesto di prevedere l’esito della lite basandosi sostanzialmente sull’esito delle liti precedenti, ciò non potrebbe riverberarsi sulla parte “svantaggiata” dalla statistica che, invece, nel caso concreto avrebbe ragione?

Queste e molte altre domande sono al momento senza risposta, anche se la strada sembra ormai presa. Per percorrerla in maniera credibile occorrerà fare di più innanzitutto per recuperare il ritardo rispetto a molti altri paesi, e sarà indispensabile che anche l’Italia si doti di infrastrutture informatiche adeguate e banche dati realmente accessibili per i professionisti che contengano quanto serve alla IA per elaborare schemi adeguati e quindi, in definitiva per testare l’efficacia di questi nuovi sistemi.

Difficile dire se ci troviamo dinnanzi al preludio di un arretramento del ruolo degli operatori del diritto e se questo sviluppo (forse) inevitabile sarà compreso, accolto e governato; di sicuro è indispensabile per tutti, cittadini ed operatori, tenere conto di quanto pare inevitabile.

I professionisti che fanno parte del nostro studio stanno costantemente monitorando lo stato dell’arte, consci del fatto che la IA non rappresenti soltanto un nuovo strumento da utilizzare per la migliore tutela del cliente, ma che ormai faccia parte di una vera e propria rivoluzione tecnologica che prima o dopo coinvolgerà anche il settore del diritto e, conseguentemente, il mestiere di avvocato.

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